L’Analisi Bioenergetica è un metodo che integra la psicoterapia verbale con la terapia corporea, poiché è ormai noto che mente e corpo formano un’unità. Essa affonda le sue radici nella psicoanalisi di Freud, nell’orgonoterapia di W. Reich, per giungere ad A. Lowen che, insieme a John Pierrakos, ha elaborato questo metodo di intervento sul corpo e sulla psiche che ha denominato “Bioenergetica”.
L’osservazione principale che fecero fu relativa ai blocchi muscolari che impedivano il libero scorrere dell’energia nei loro pazienti.
Una persona il cui flusso energetico è bloccato ha perso una parte della sua vitalità e della sua personalità. Questa perdita fa sì che questa persona si senta depressa, sia sempre in lotta con sé stessa e con gli altri e che usi solo la forza di volontà per eseguire i compiti quotidiani. Per questa persona diventa difficile mettersi in relazione con gli altri o provare piacere. La vita perde i suoi colori e diventa grigia, tetra.
Un concetto di base introdotto in Bioenergetica è il radicamento (grounding) che descrive il contatto energetico con la realtà. Allo scopo di avere un buon contatto energetico, è indispensabile che l’energia scorra liberamente verso quelle parti del corpo che sono a contatto diretto con il mondo esterno: organi di senso, braccia, e mani, gambe e piedi, pelle e organi sessuali. Di una persona ben radicata si dice che “ha i piedi per terra”. Questa persona sente la connessione fra i suoi piedi ed il terreno sul quale appoggiano. Appena cominciamo a crescere di solito facciamo esperienza di come la libera espressione delle nostre emozioni si scontra con il rifiuto, la disapprovazione, l’umiliazione, la punizione. Impariamo presto a controllare le nostre emozioni, con la conseguenza che blocchiamo i muscoli coinvolti in queste espressioni mediante tensioni croniche, che sono inconsce.
I blocchi nella gola e nelle mascelle ci impediscono di piangere o di gridare, ma ci impediscono anche di cantare o di gridare di gioia. I blocchi nelle spalle e nelle braccia frenano non soltanto il nostro desiderio di aggredire e di colpire, ma anche di abbracciare.