20 Mar Reincarnazione: filosofia, religione o… teoria psicologica?
Per reincarnazione si intende la rinascita dell’anima in un altro corpo fisico, trascorso un certo intervallo di tempo dopo la sua morte terrena (Wikipedia, l’enciclopedia libera di internet).
Il termine reincarnazione è riferito in particolare al mondo religioso orientale ed alla filosofia. E’ infatti una delle credenze più diffuse in ambienti legati alle religioni come l’induismo, il buddismo, l’ebraismo ed alcune religioni africane. Ma è anche una credenza molto diffusa nelle scuole filosofiche dell’antichità.
Nel secolo scorso il concetto della reincarnazione é stato riproposto in occidente dal filosofo austriaco Rudolf Steiner (1861-1925) e negli anni ’90 è divenuto una dottrina unanimemente riconosciuta dal movimento New Age.
La reincarnazione nelle religioni
Il buddismo, indiano e tibetano, parla di rinascita. L’assunto di base è che “prima di raggiungere il nirvana bisogna passare molte vite in cui, ogni volta, anche se non ci si ricorda della vita passata, il compito è di migliorarsi”. La legge che regola il ciclo delle reincarnazioni, samsara, è il karma, conosciuto come legge di causa ed effetto.
L’induismo nel Codice di Manu afferma “considera attentamente le trasmigrazioni degli uomini, cagionate dalle loro azioni colpevoli… lo spirito vitale che esce dal corpo per rinascere nel grembo di una creatura umana…” frasi che si riferiscono chiaramente al concetto di reincarnazione.
Ma la credenza della reincarnazione è ripresa anche dall’ Ebraismo. E’ infatti insegnata dalla Qabbalah, la componente mistico-esoterica della religione ebraica. La Qabbalah si basa sul valore mistico-occulto dei numeri e delle lettere alfabetiche ebraiche, grazie al quale vengono estratti dai testi sacri significati nascosti, più profondi rispetto a quelli ottenibili dallo studio ordinario.
Per noi occidentali di religione cattolica è interessante scoprire come il Cristianesimo abbia originariamente sostenuto la convinzione che i’anima possa reincarnarsi in più vite. Infatti, come scrive Douglas Baker nel suo libro ‘Le leggi karmiche’ “Anticamente la dottrina della reincarnazione era accettata dalla Chiesa Cristiana, ed era parte integrante dei primi insegnamenti da essa impartiti. Questa dottrina fu poi respinta tre 0 quattrocento anni dopo Cristo… e da allora è stata ignorata e anzi decisamente negata.” Tuttavia alcuni passi del Vangelo sembra che si esprimano proprio in questa direzione, ad esempio:
- Quando Gesù chiede agli apostoli: “Chi credete che io sia?” essi rispondono: “Alcuni dicono che sei Giovanni Battista, altri Elia e altri Geremia 0 uno dei Profeti”. Ciò testimonierebbe l’accettazione della possibilità che un profeta del passato potesse reincarnarsi in Cristo.
- L’episodio del nato cieco, che testimonierebbe la possibilità di aver peccato in una vita precedente e quindi la teoria del karma: “E mentre passava, vide un uomo cieco dalla nascita. E i suoi discepoli gli chiesero: – Maestro, chi ha peccato, quest’uomo o i suoi genitori?-“
- Quando i farisei interrogano il Battista su chi egli sia e con quale autorità compia il suo ministero, gli prospettano tre personaggi di cui uno è sicuramente morto, ovvero Elia, il Messia o il Profeta.
- Nell’incontro con Nicodemo Gesù sembrerebbe suggerire una rinascita immediata ovvero una conversione dell’anima all’ipotesi di reincarnazione, come un metodo per spezzare la catena delle rinascite.
E’ certo, comunque, che alcune delle prime sette cristiane, come i Sethiani e a seguire le Chiese Gnostiche di Valentino, credevano nella reincarnazione.
Oggi la dottrina della reincarnazione è respinta dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa anche se vari autori contemporanei hanno cercato di riconciliare il cristianesimo con la reincarnazione. Geddes Macgregor scrisse, infatti, un libro intitolato “Reincarnazione nella cristianità: una nuova visione della Rinascita nel pensiero Cristiano” e Rudolf Steiner “Cristianità come fatto mistico”.
Tra i gruppi che si considerano Cristiani e che credono nella reincarnazione annoveriamo la Chiesa Cattolica Liberale, la Chiesa Unitaria, i Movimenti Spiritualisti Cristiani, la Compagnia Rosacrociana.
La reincarnazione in filosofìa
La reincarnazione nella filosofia occidentale viene indicata con il termine metempsicosi, dal greco “passaggio delle anime”, intendendo la trasmigrazione dell’anima dopo la morte in un altro corpo umano, animale o vegetale.
Pitagora sembra essere stato il primo a sostenere questa dottrina.
L’uomo, secondo Pitagora, è precipitato sulla terra a causa di una colpa originaria, per la quale é costretto a trasmigrare da un corpo ad un altro, non solo umano ma anche di piante ed animali. Per liberarsi da questa catena di morti e rinascite occorre ritornare allo stadio di purezza originaria dedicandosi alla contemplazione disinteressata della verità, praticando dei rituali esoterici di iniziazione e di catarsi, di purificazione.
Empedocle nelle sue Purificazioni sosterrà la dottrina pitagorica affermando che, se è vero che “nulla si crea e nulla si distrugge”, è altrettanto vero che tutto si trasforma sulla base di due forze soprannaturali, Amore ed Odio e che la nascita e la morte dell’anima sono solo aspetti passeggeri dovuti all’intervento di queste due forze. L’uscita dal ciclo dipende dal comportamento tenuto in vita.
Platone fece della reincarnazione il perno della sua dottrina della conoscenza, basata sul concetto di reminiscenza che consiste nel ritenere l’apprendimento il ridestarsi di un sapere già presente in forma latente nella nostra anima, un sapere che era però stato dimenticato al momento della nascita ed era perciò inconscio: conoscere significa dunque ricordare.
Dopo Platone la dottrina della metempsicosi passa ai neoplatonici i quali affermano che l’anima si reincarna e ritorna sulla terra a causa di una colpa originaria, per espiare la quale occorre compiere un lungo cammino di ascesi, liberandosi dagli affetti terreni che altrimenti potrebbero indurre l’anima a restare vincolata alla materia.
Rudolf Josef Lorenz Steiner {1861-1925) riferiva che all’età di sette anni distingueva esseri e cose ‘che si vedono’ da esseri e cose ‘che non si vedono’.
Nel 1904 scrive “Teosofia: introduzione alla conoscenza sovrasensibile e all’autodeterminazione umana”, nel 1911 “Il mondo dei sensi e il mondo dello spirito” e nel 1913 “Vita da morte e nuova nascita” oltre ad innumerevoli altri libri in cui espone il suo pensiero sulla dimensione extracorporea dell’essere umano.
Il centro della sua dottrina antroposofica è dato dalla distinzione nell’ uomo di sette principi: il corpo fisico, il corpo etereo, il corpo astrale, l’io, l’io spirituale, lo spirito vitale, l’uomo-spirito. Con la morte il corpo fisico si dissolve, mentre quelli etereo e astrale accompagnano l’io in un periodo di sonno profondo che precede una successiva incarnazione. Il ciclo delle rinascite è destinato a concludersi con “universale ritorno allo Spirito puro”.
La reincarnazione in psichiatria e psicologia
Veniamo ai giorni nostri, agli ultimi decenni del secolo scorso quando l’affermarsi della New Age porta nuovi principi e nuove teorie riguardanti l’essere umano.
Nuovi principi e nuove teorie? Sono gli stessi che abbiamo appena descritto, cosa c’è di nuovo?
Di nuovo c’è che la teoria della reincarnazione si stacca dalla sua matrice religiosa o filosofica per affermarsi nell’ambito della psichiatria e della psicologia.
E’ infatti grazie a Brian Weiss, psichiatra che ha insegnato in prestigiose università e con più di quaranta pubblicazioni scientifiche sulla psicofarmacologia, la chimica del cervello, i disturbi del sonno, la depressione, gli stati d’ansia, le tossicodipendenze e il morbo di Alzheimer che la teoria della reincarnazione è entrata quasi di prepotenza nelle case di milioni di persone del mondo occidentale.
Nel suo primo libro “Molte vite, molti maestri”, B. Weiss descrive l’incredibile esperienza avuta con una sua paziente, Catherine, prima della quale la sua vita aveva avuto un’impostazione unicamente accademica. Catherine soffriva di paure, fobie, attacchi di panico paralizzanti e di incubi ricorrenti che dopo un anno di psicoterapia convenzionale non erano migliorati. Così Weiss le chiese di poter sperimentare l’ipnosi per aiutarla a ricordare la sua infanzia e ad identificare i traumi rimossi che a suo avviso erano la causa dei suoi sintomi. I risultati non tardarono ad arrivare: la sua paziente regrediva con sempre più facilità ad epoche della sua vita in cui erano accaduti eventi significativi per la sua psicopatologia, epoche sempre più remote, fino all’età di tre anni. Ma verso la terza 0 quarta seduta di ipnosi Weiss le diede delle istruzioni imprecise “Regredisci fino all’epoca in cui sono iniziati i sintomi. Si aspettava che Catherine tornasse di nuovo alla sua prima infanzia ma lei, con un balzo indietro di quattromila anni, gli parlò di un’esistenza trascorsa in Medio Oriente, in cui aveva un altro nome, viso, corpo e capelli diversi, e di cui ricordava dettagliatamente luoghi, abiti e particolari.
Weiss riferisce che il suo stato d’animo era a metà tra il turbamento e io scetticismo: era successo qualcosa di inspiegabile, soprattutto per uno “psichiatra ossessivo-compulsivo e scientificamente rigoroso”, come lui si definiva. Tuttavia il suo spirito di ricercatore lo indusse a proseguire in questo ambito, anche perché Catherine da quella seduta in poi prosegui nel ricordare eventi accaduti in epoche e contesti storici che non appartenevano alle sue conoscenze.
Trovò per esempio gli studi del dottor lan Stevenson, che aveva condotto ricerche con bambini capaci di rammentare le proprie reincarnazioni. Scoprì anche, con un certo stupore, delle pubblicazioni di medici che, attraverso l’ipnosi, avevano usato la terapia regressiva per permettere all’inconscio dei loro pazienti di tornare indietro nel tempo e di ritrovare i ricordi di vite precedenti. Anche se è vero che la maggior parte dei medici è restia a rendere pubbliche le proprie esperienze in questo campo perché ne teme gli effetti sulla propria carriera e reputazione professionale, é pur vero che esistono medici come Brian Weiss che decidono di proseguire in un percorso innovativo per la scienza, anche se scomodo perché non ancora riconosciuto come metodo di diagnosi e cura dei problemi psicologici e psichiatrici.
In seguito Weiss scrisse altri libri di grande successo fra cui “Molte vite un solo amore”, “Oltre le porte del tempo”, e “Messaggi dai Maestri” consentendo alla teoria della reincarnazione di essere utilizzata in psichiatria e psicoterapia grazie al metodo della regressione non ipnotica.
Vediamo ora di spiegare in termini attuali e moderni che cos’è la Reincarnazione.
La reincarnazione è chiamata la “legge del ritorno” e consiste, secondo Bettye Binder, psicologa americana, nel processo per cui un’anima lascia il corpo fisico quando questo muore e torna in un nuovo corpo nella dimensione fisica, o spazio-temporale, in ciascuna delle vite successive. Ogni anima vive dunque centinaia di vite in una forma fisica.
Le anime sono pura energia e l’energia non può essere distrutta. Pertanto si può affermare che l’anima è immortale, che può essere trasformata o può cambiare forma. E’ il corpo fisico che muore mentre l’anima, ogni volta che torna alla dimensione fisica, entra in un nuovo corpo e ricomincia una nuova vita.
Questa è l’essenza della reincarnazione.
Le anime sono vibrazioni di energia di livello superiore e appartengono alle dimensioni superiori.
Ognuno di noi è un’anima-, non abbiamo un’anima, ma siamo un’anima che, vita dopo vita, si incarna in un nuovo corpo per proseguire nella sua evoluzione, un’evoluzione che può aver luogo solo sul piano fisico, come ad esempio sul pianeta Terra.
Il karma è la legge di causa ed effetto. Ad ogni azione corrisponde una reazione. Raccoglieremo quello che abbiamo seminato.
La Binder considera il karma un programma di apprendimento: le anime si reincarnano per imparare due fondamentali lezioni karmiche: l’amore incondizionato ed il servizio verso tutte le forme di vita.
Afferma però che si tratta di lezioni estremamente difficili, che richiedono centinaia di vite per essere apprese. Perciò durante ogni vita l’anima si impegna in lezioni minori, proprio come una persona che si iscrive ad una facoltà universitaria e segue dei corsi specifici di anno in anno allo scopo di conseguire la laurea. Questo titolo accademico richiede il suo tempo e per questo le anime hanno centinaia di vite a disposizione.
Il karma può essere di due tipi: karma buono e karma cattivo. Il “buon karma”, o ciò che Egdar Cayce chiamava “la legge della grazia”, rappresenta semplicemente l’acquisizione di ciò che abbiamo imparato nelle vite passate o, per dirla con Bettye Binder, “il grado accademico dei corsi che abbiamo già
frequentato nella nostra scuola karmica”. Il “cattivo karma” è costituito dalle lezioni che non abbiamo ancora imparato o “dai corsi in cui non abbiamo avuto successo e che dobbiamo ripetere”.
Per concludere il karma non é una punizione o una ricompensa, ma é un piano di studi per imparare le lezioni della vita.
Ora ci si chiederà: ma come funziona questo meccanismo di nascita-morte- rinascita? Quando ha inizio, quando si muore o quando si nasce?
A queste domande hanno cercato di rispondere numerosi autori, molti dei quali psicoterapeuti, i quali hanno inaugurato cosi l’era della teorìa della reincarnazione nell’ambito della psicologia.
Non è possibile dire quando ha inizio questo meccanismo ma possiamo affermare che la scintilla divina, da sempre esistente ed immortale, attraversa periodi di vita nel mondo spirituale (dove però non c’è evoluzione) e periodi di vita in altre dimensioni, fra cui quella terrena.
Possiamo allora decidere se descrivere il momento della morte del corpo e della rinascita dell’anima, o il momento della nascita del corpo e dell’oblio dell’anima.
Diamo ancora una volta la parola a Bettye Binder la quale afferma che “quando il corpo muore l’anima sale verso una barriera che separa il piano fisico da uno stato non fisico, tra una vita e l’altra, spesso chiamata Bardo” Nell’esperienze di pre-morte le anime non riescono a penetrare questa barriera e ritornano al proprio corpo fisico.
Le anime pronte a tornare nella dimensione spirituale, invece, abbandonano il corpo fìsico che muore. Queste anime passano facilmente attraverso la barriera ed entrano nel Bardo. Là sono accolte dai loro cari scomparsi prima di loro che, nella forma di spiriti, aiutano i nuovi trapassati ad ambientarsi nuovamente nelle dimensioni superiori. Questo, afferma la Binder, rende la loro transizione più facile.
In un primo momento, al ritorno nei regni superiori, l’anima può sentirsi un po’ disorientata e ha bisogno di tempo per abituarsi a quell’ambiente. Accade persino che alcune anime tornino sulla Terra poco dopo la morte del corpo e vi rimangano disincarnate per settimane, mesi o addirittura anni, magari allo scopo di rimanere vicine ai loro cari finché non abbiano superato il dolore per la perdita della persona amata.
Le anime possono trascorrere anni interi allo stato disincarnato prima di tornare nel Bardo. Per esempio, se uno dei loro cari reprime le lacrime e non dà sfogo al suo dolore, le anime dei defunti non riescono a compiere il naturale processo di distacco dal mondo fisico e non possono tornare nel mondo che li aspetta, ma, una volta concluso il suo collegamento con il piano fisico, l’anima ritorna nel Bardo, si riunisce al Sé superiore (sorta di anima già liberata dal ciclo di nascite e morti che ha scelto di fare da guida alle anime che sono ancora impegnate nell’apprendimento delle lezioni karmiche sul piano fisico) e riesamina il resoconto dell’Akasha.
L’Akasha è l’insieme di tutte le informazioni sulle vite passate e sulle altre dimensioni. Non ha una forma fisica nella nostra dimensione, ma può essere percepito a livello degli archetipi, ad esempio può essere visualizzato come un enorme manoscritto illuminato.
Tra una vita e l’altra il Sé superiore e l’anima riesaminano insieme la cronaca dell’Akasha prima di prendere le decisioni sulla vita successiva.__________________
Questo processo è essenziale per la programmazione della vita successiva e comprende il riesame della vita appena conclusa con conseguenti decisioni su come, dove e quando tornare nella prossima incarnazione, la scelta dei genitori, il sesso, la razza, il tipo di corpo, la cultura, la religione, gli eventuali handicap, le esperienze significative da fare per imparare le lezioni karmiche, lo scopo spirituale.
In seguito l’anima può decidere se tornare subito sul piano fisico o “prendersi un periodo di vacanza” (che può anche durare centinaia e centinaia di anni) per “riposarsi” a causa di una vita terrena che l’ha molto provata.
Le anime che sembrano precipitarsi a tornare sul piano fisico sono quelle che hanno avuto un’interruzione prematura della loro vita precedente, come nei casi dei morti in guerra o in incidenti perché, è stato riferito durante le sedute di regressione ipnotica, dovevano completare ciò che era stato interrotto dalla morte improvvisa. Coloro che invece hanno sofferto molto prima di morire a causa di una lunga e dolorosa malattia, possono decidere di trascorrere un lasso di tempo più lungo nel Bardo prima di rientrare in un corpo e cominciare una nuova vita.
Quando comincia una nuova vita? C’è chi dice quando si nasce, chi quando veniamo concepiti, chi… tre mesi prima di essere concepiti.
Sì, avete capito bene, tre mesi prima di essere concepiti.
Lo hanno proposto Anne e Daniel Meurois-Givaudan che nel loro libro “I nove scalini” descrivono esattamente l’evolversi della vita dal momento in cui l’anima “sceglie” i suoi genitori e li segue e osserva per circa tre mesi prima di essere risucchiata nel ventre materno grazie all’unione sessuale dell’uomo e della donna. Essi scrivono infatti “L’atto della procreazione ha sempre luogo nel corpo dell’anima circa tre mesi di tempo terrestre prima dell’atto fisico”.
E’, infatti, dimostrato che in molti casi la donna che tre mesi dopo concepirà un bambino può cogliere, se é attenta e aperta, segnali della presenza di quest’anima nella sua casa. Una mia amica mi raccontava dell’esperienza incredibile che le era capitata prima di concepire suo figlio, peraltro non previsto nella sua vita di coppia. Quando rientrava in casa trovava delle macchie di cioccolata in varie parti della cucina, anche se non vi era nessun barattolo di tale prodotto in casa! Tre mesi dopo si è accorta di essere incinta e quando il bimbo è cresciuto si è accorta che “andava matto per la cioccolata”! Certo non era l’unico ad amare la cioccolata, ma questa coincidenza delle inspiegabili macchie in cucina deve proprio far riflettere sui segnali che un’anima invia alla coppia che ha scelto come futuri genitori perché possano prepararsi ad accoglierla sin dal primo istante di vita nel grembo di sua madre.
Il libro descrive in modo molto poetico la trasformazione che l’anima subisce mese dopo mese nel corpo della madre fino a sentirsi sempre più corpo fisico e sempre meno pura energia. E’ un libro molto piacevole da leggere che consiglierei a chiunque voglia conoscere la realtà spirituale di un’anima che ha deciso di incarnarsi in questa vita terrena.
Nel 1994, in piena era new age, fece molto scalpore l’uscita di un libro “Guarire coi perché” scritto dalla psicoterapeuta americana Robin Norwood, nel quale le problematiche psicologiche vengono analizzate sulla base degli assunti della teoria della reincarnazione.
E nel 1999 giunge per la prima volta in Italia John Pierrakos, fondatore della
Corenergetica, una psicoterapia che prende in considerazione l’anima e la sua evoluzione, il corpo nella sua dimensione fisica, psichica e spirituale, il compito dell’anima sulla terra ed altri aspetti della spiritualità che aiutano l’essere umano a risolvere i suoi problemi psicologici e karmici.
Pierrakos ha scritto il libro Corenergetica, è stato marito di Èva Pierrakos, medium che ha canalizzato ben 258 lezioni da una Guida Spirituale che a concetti altamente spirituali ha abbinato concetti psicologici tali da consentire l’elaborazione di una psicoterapia spirituale unica nel suo genere. Una psicoterapia che, partendo dalla Bioenergetica da lui stesso elaborata con Alexander Lowen, estende il proprio campo d’azione dal corpo alla mente allo spirito.
Pierrakos ha tenuto numerosi corsi di Corenergetica in Italia e nel mondo fino alla sua morte fisica, avvenuta nel 2001, ma ha proseguito anche dopo utilizzando i suoi allievi, compresa la sottoscritta, che hanno potuto dare continuità al suo lavoro impegnandosi ad utilizzare la Corenergetica in psicoterapia, sostenuti dalla sua Energia che dall’alto li ha sempre guidati. Della Corenergetica parleremo ampiamente nel prossimo articolo.