20 Set Malattie mascherate
Se vi lacrima per un certo periodo un occhio, da chi andate? Dall’oculista giusto?
Se delle eruzioni cutanee vi impediscono di dormire sonni tranquilli, da chi andate? Dal dermatologo, giusto?
E se avete l’artrite reumatoide, o delle afte in bocca che non vogliono andarsene, se vi accorgete che, pur mangiando normalmente dimagrite; se vi sorprende una strana stanchezza o mancanza di concentrazione, da chi andate? Dal medico, naturalmente.
Certo, dal medico che vi prescriverà degli accertamenti. Perfetto.
Ma se tutti questi problemi non avessero nulla a che fare col “luogo” nel quale si sono manifestati?
Sareste andati prima dall’oculista, poi dal dermatologo, poi dal reumatologo, e poi nei vari centri di analisi. Quanto tempo pensate che sia passato nel frattempo? Si può supporre circa un anno? Sì, si può.
Fortunatamente per voi un medico che non vi seziona a zone, ma che considera l’essere umano nella sua interezza e complementarietà, prima o poi questi, osservando attentamente tutti i guai sanitari che vi sono capitati nell’ultimo anno, si chiederà se per caso non siete affetti dal Morbo di Crohn.
E voi cadrete dalle nuvole. Si perché: primo, non sapete che cos’è e temerete il peggio, secondo, non immaginereste mai che abbia a che fare con l’apparato digerente, soprattutto con l’intestino.
La Malattia di Crohn è una delle malattie più insidiose dal punto di vista della diagnosi e della cura, perché si manifesta in modo subdolo, sicuramente per non essere scoperta, nascondendosi nell’organo più lungo del nostro corpo con l’intento di depistare i suoi “persecutori”. Manda segnali di disagio da altre parti del corpo, lontane dal suo alloggio, nella speranza di non essere “stanata”.
Qual è il suo alloggio? Ne ha scelti vari, tutti localizzati nell’apparato digerente, ma il suo preferito è senz’altro l’intestino tenue e l’intestino crasso. L’apparato digerente parte dalla bocca, passa per l’esofago, per lo stomaco, finché giunge nell’intestino per finire nell’ano.
L’intestino: quel serpentello che parte dallo stomaco e si sviluppa nel nostro ventre per circa otto metri si chiama “tenue”; la prima parte si chiama “duodeno”, l’ultima parte dei serpentello prende il nome di “ileo” e fa da collegamento con l’intestino “crasso”, lungo circa un metro e mezzo, che si distingue in cieco, ascendente, traverso, discendente. L’ultima porzione è data dall’ampolla rettale e dall’ano.
Ebbene, la Malattia di Crohn, chiamata anche MICI (malattia infiammatoria cronica intestinale), è una patologia che colpisce con buona frequenza l’intestino tenue, soprattutto nella porzione dell’ileo (ileite di Crohn), ma può colpire anche l’intestino crasso (colite di Crohn) e raramente lo stomaco e il duodeno (malattia di Crohn gastroduodenale).
L’intestino tenue è il luogo in cui avviene il passaggio delle materie assorbibili provenienti dallo stomaco ed è qui che si verifica l’assimilazione.
Per analogia possiamo considerare l’intestino tenue il luogo del Conscio, del pensiero consapevole e analitico; il luogo dell’analisi, della scissione, dell’amore per il dettaglio, dell’eccessiva tendenza a valutare e considerare, eccessiva analisi e critica, dietro cui si nascondono paure esistenziali quali
- paura nei confronti della vita
- paura di non riuscire a guadagnare a sufficienza e quindi di morire di fame
- paura di ascoltare ciò che il corpo chiede:
– vivere liberamente la sessualità
– godere del cibo
– permettersi di sentire le emozioni
La personalità di chi soffre di ileite di Crohn è di un soggetto che, essendosi sentito trascurato da piccolo, non ha superato la relazione simbiotica con la madre.
La sensazione di essere stato respinto da piccolo lo ha indotto a respingere per difendersi, così ha assunto un atteggiamento di chiusura verso le relazioni esterne, anche per paura di non essere all’altezza delle aspettative di coloro che ama.
Questo tipo di personalità segue inconsciamente vie traverse anziché diritte per giungere allo scopo, creandosi delle impasse, degli ostacoli.
E’ ovvio che, in questo stato psicologico, la tensione salga alle stelle ma non in senso positivo, anzi! E’ una tensione che diventa insopportabile e cronica a causa della chiusura psicologica che, sul piano fisico si traduce in ostruzione intestinale, fistole addominali, ascessi, simboli di un’energia trattenuta e repressa che cerca una via d’uscita.
L’intestino crasso, o colon corrisponde al luogo in cui si accumulano i residui del bolo alimentare.
Situato fra il tenue e il retto, ha la funzione di perfezionare la decomposizione dei residui alimentari e di riassorbire l’acqua, dando alle feci la loro abituale consistenza.
Può essere a ragione considerato il serbatoio dei rifiuti alimentari, e dal punto di vista psicologico il luogo in cui vengono serbati i contenuti rimossi, repressi, nel tentativo di nasconderli dentro di sé. il luogo dell’Inconscio, insomma. Un’infiammazione dell’intestino crasso, o Colite di Crohn, può rivelare dal punto di vista psicologico una sorta di difficoltà di lasciar andare il vecchio e l’inutile; può rivelare la ferma intenzione di non lasciar andare le proprie emozioni, ferme, bloccate, come le feci, con conseguente stitichezza.
E’ necessario che questo tipo di personalità accetti di mollare la presa sulle vecchie idee, sulle vecchie convinzioni che danno tanto sicurezza ma che sono ormai obsolete, stantie, inutili e dannose.
Lasciar andare il vecchio per accogliere il nuovo esistenziale, se non è fatto consapevolmente, accade grazie all’alternanza di diarrea e stitichezza, quasi a simboleggiare un “conflitto fra il desiderio di lasciar andare e l’ostinazione a trattenere le proprie emozioni”.
La Colite è un’infiammazione del colon che provoca
- vivi dolori addominali
- diarrea, che si alterna a stitichezza
- grande stanchezza generale
- e a volte la febbre.
Rivela una gran collera trattenuta. Considerato che l’addome è il luogo dei sentimenti, dell’istinto e del piacere, i dolori addominali rivelano
- Costrizione del sentire e del percepire
- Sistema d’allarme del corpo
- Dolore d’infiammazione dovuto a conflitti aggressivi
- Punizione per senso di colpa
- Dolori psichici dovuti ad un’anima tormentata
La colica, invece, è un dolore addominale accompagnato da stimolo doloroso all’evacuazione e diarrea. Segnala un bisogno di liberarsi da qualcosa di emotivamente doloroso. La diarrea rivela delle problematiche legate all’ansia e alla paura:
- Eccesso di analisi e di critica
- Aver da ridire su tutto
- Non soffermarsi sulle impressioni e lasciarle andare senza “averle digerite”
- Difficoltà ad assimilare le esperienze, ad accoglierle senza giudicarle
- Carenza di flessibilità
- Comportamenti infantili
- Desiderio di purificazione
La febbre, in quanto alterazione della temperatura corporea, rivela negazione di ciò che si sente sin dall’infanzia come
- desiderio d’avventura
- curiosità infantile
- caparbietà
- audacia
- normale aggressività nei confronti di coloro che ci ostacolano
con conseguente rabbia che infiamma la psiche e che, se repressa, infiamma anche il corpo. Gli attacchi di rabbia, che si scaricano nel corpo, infiammandolo, evidenziano un forte controllo psichico per soffocare la paura di ascoltare il proprio corpo e quello che chiede.
Le fistole sono un canale anomalo fra due organi o due cavità naturali dell’organismo, attraverso il quale scorre un liquido.
Si producono quando una persona mescola troppe cose, quando si lascia influenzare facilmente e ha difficoltà nel l’esercitare il discernimento. Questo la confonde, la rende aggressiva, a volte depressa.
Saper interpretare i messaggi della nostra psiche potrebbe evitarci di doverli ascoltare forzatamente attraverso l’insorgenza di una malattia.
E il Morbo di Crohn, così vario e dalle mille sfaccettature, è un esempio della nostra abilità a glissare la consapevolezza delle nostre emozioni.
Il Morbo di Crohn non è curabile con la medicina, ed il motivo è molto semplice: la cura può essere solo psicologica, perché sono i conflitti psichici non risolti a farla sviluppare.